lunedì 10 maggio 2010

Se dovessi acclarare... Cold case 30.4.1859

 
Se dovessi
acclarare... 

L'Italia Paese creativo avrà per il futuro un'altra cosa da offrire al mondo, il "se dovessi acclarare..."
    Questa è la frase uscita da una bocca stolta e bugiarda. Come può pensare il ministro Scajola che gli italiani se la bevano in attesa che lui acclari?
    La casa te la sei comprata con i tuoi soldi oppure? Sembra che gli sia venuto qualche dubbio solo dopo che anche i giornali del Berlusca l'hanno attaccato.
    Sapere cosa ci sia dietro agli articoli del "Giornale" e di "Libero" è per me ancora un rebus. È solo dopo questi articoli che Scajola ha preso questa decisione.
    Nel frattempo Ciarrapico, ex fascista ed ex democristiano è indagato per truffa  per aver percepito illegalmente ben 22 milioni di contributi dello Stato per l'editoria.
    E mentre attendiamo che Scajola acclari,  i 110 miliardi di euro previsti per dare un aiuto alla Grecia sembrano come volatilizzati, visto che le borse europee hanno perso in un sol giorno ben 140 Miliardi di euro.
    Possono i mercati mettere in difficoltà gli attuali stati europei? Sembra di sì se l'Europa non risponde SUBITO in maniera convincente. 
    È ammissibile che i mercati abbiano questo potere?
    Cosa ne pensano i nostri politici?

Gianfranco Tannino, Monaco di Baviera 
 
 
 
 
Cold case
30.4.1859

Centocinquantuno anni fa il governo provvisorio della Toscana abolisva la pena di morte

Ogni tanto i giornali ci narrano la soluzione di un "cold case". Un omicidio di cui, per circostanze fortuite, si sono conservati i reperti che hanno permesso di effettuare il test del Dna e di consegnare, anche dopo trent'anni, il colpevole alla giustizia.
    La storia arriva quasi sempre dall'America e suscita un'ammirazione sconfinata per il sistema giudiziario di quel paese. Tolleranza zero, sindaci sceriffi, libertà di girare armati: tutto il ciarpame giuridico-telefilmico ci viene rovesciato addosso.
    Peccato che dietro la fogliolina del "cold case" risolto si nasconda un'inquietante foresta.
    Ogni anno, nella sola California, 1.000 omicidi restano impuniti. Ogni anno nello stato del Governatore più fico del mondo 1.000 assassini la fanno franca.
    Pensiamo agli ultimi dieci anni: quelli che ci separano dall'undici settembre. Negli Stati Uniti ci sono stati almeno 130 mila omicidi criminali, 50.000 sono senza un colpevole e di questi 12.000 in California. Un risultato sconfortante di fronte a qualche cold case risolto.
    La situazione è destinata a peggiorare.
    La California non ha soldi per pagare gli straordinari alla polizia, mentre i tribunali vengono chiusi e il personale licenziato.
    In compenso il Golden State si ostina a spendere più di 100 milioni di dollari all'anno nella pena capitale.
    Il braccio della morte di San Quintino trabocca di 700 condannati, ma le esecuzioni sono state 13 in trent'anni e ciascuna è costata almeno 250 milioni di dollari.

Dott. Claudio Giusti, Firenze 

giovedì 8 aprile 2010

Chères amies, chers amis / che dire del baciamano / Il voto di marzo

 

Chères amies,  chers amis

S'agissant des élections régionales italiennes, dont les résultats viennent de tomber, un enjeu peut en cacher un autre -  voir sur mon site http://www.silviariccilempen.ch, pour celles et ceux que ça intéresse, la chronique intitulée «Droit de cuissage». Et bon printemps à tout le monde! 

Silvia Ricci (Lausanne)
 
 
 
 

E che dire del baciamano
del Cavaliere a Gheddafi !? 

Si può capire un baciamano all'interno della vecchia aristocrazia. Un baciamano tra politici non è pensabile, ma un baciamano a un dittatore è il colmo.
    Ha ben ragione la sua ex moglie, Berlusconi non ci sta più con la testa.
    Quando un giorno questo diverrà chiaro a TUTTI, allora vedrete che pochissimi si riconosceranno berlusconiani, anzi proprio loro diranno che non lo sono mai stati.
    Un po' quello che accadde a Mussolini e alla DC. Chissà cosa ne pensano i Capezzone i Cicchitto, i Gasparri di questo baciamano, tanto per coinvolgerne qualcuno dei loro.

Gianfranco Tannino (Monaco di Baviera)
 
 
 
 
 
 

Il voto di marzo
Un necrologio è sempre meglio di una scusa qualsiasi, di una giustificazione inventata, di un'analisi politica indisponente. Voglio essere antipatico e maligno, spietato e deluso nel contempo, voglio esprimere tutta la mia profonda insofferenza. Il "caimano" ha vinto! Su questa affermazione non esistono contro indicazioni ne appelli o orpelli su cui discutere. L'onda lunga del "governo del fare" ha vinto in dispetto di chi l'aveva dato per spacciato, contro chi, me compreso, nutriva la speranza di vederlo ridimensionato, accartocciato sulle sue presunzioni. Il popolo elettore ha deciso! E' lui il nuovo duce, se pur a rimorchio nel carroccio della Lega! E' lui a condurre l'Italia verso un  mondo a noi sconosciuto! Per noi che abbiamo sognato un destino diverso per l'Italia, toccherà  chiudere la valigia ed intraprendere un nuovo viaggio, un nuovo sogno da rincorrere? La verità è che siamo stanchi di questo tragico ripasso della nostra storia politica. Abbiamo percorso molta strada in tutti questi anni, per poi ritrovarci nell'identico punto di partenza. Abbiamo lottato per più di 60 anni contro un partito che ritenevamo la causa dei ritardi storici italiani e, adesso, infondiamo certezza che era il meno peggio. L'Italia con Berlusconi è diventata un Paese irriconoscibile, la sua storia democratica quasi azzerata. Questo necrologio va celebrato come l'evento estremo ed ineluttabile dell'esistenza stessa di ogni logica razionale, cui voglio rappresentare il lato oscuro della politica. L'Italia è, e resta, il paese di Machiavelli! Il Valentino sosteneva che: "i mezzi del potere sono "frode e forza" e che "quelli che per poca prudenza o per troppa sciocchezza, fuggono questi modi, nella servitù sempre e nella povertà affogano; perché i fedeli servi sempre sono servi, e gli uomini buoni sempre sono poveri; né mai escono di servitù se non gli infedeli e audaci, e di povertà se non i rapaci e fraudolenti"  Quindi, dobbiamo lasciamo che sia il machiavellismo la leva del fare? Da cittadino che da molto tempo non si identifica più in quello che una volta era definito l'arco costituzionale, né si identifica con l'extra parlamentarismo, vorrei fare, possibilmente in compagnia, l'autopsia di questa parte politica morta nel nostro paese, di questo complicato rompicapo che è la volontà popolare. Tentando di capirne le cause che hanno portato al decesso della politica e della democrazia. A chi avesse un minimo di capacità di analizzare i simboli basterebbe l'immagine di Renata Polverini che in piazza, a un passo dalla vittoria, esibisce corna e cornetto rossi. Vi è rappresentato perfettamente il volto plebeo e provinciale della schiacciante vittoria della destra, non solo nel Lazio. Dunque, sarebbe sufficiente soffermarsi su quella immagine per cogliere la mutazione antropologica subita dalla società italiana. Una mutazione che ingloba anche il rigurgito del passato: il ritorno di tratti tipici della biografia del paese, il qualunquismo, il plebeismo, l'individualismo, l'astensionismo elettorale, la noncuranza della democrazia, la debolezza del senso civico, il disprezzo della cultura e degli intellettuali. Il tutto inglobato nella cornice delle trasformazioni strutturali del neoliberismo globalizzato e delle reazioni ad esse collegate. Il leghismo è, infatti, anzitutto reazione alla globalizzazione: esaltazione del localismo e del protezionismo, sollecitazione dello spirito plebeo, rifiuto della pluralità culturale, socializzazione del rancore popolare, capacità d'indirizzarlo verso capri espiatori. Le ragioni della disfatta del centrosinistra e ancor di più della sinistra che si vuole alternativa, con l'eccezione del risultato pugliese, stanno anzitutto nell'incapacità di comprendere e analizzare questa mutazione. Non aver capito o voluto capire a suo tempo che la Lega Nord andava esercitando una pedagogia di massa e per le masse è il peccato più grave della sinistra. La Lega è l'unico partito italiano strutturato nel territorio è capace di interagire con la gente per creare opinione. La secessione del Nord (non più solo del Nord Est) non ha più bisogno d'essere proclamata o minacciata: sta nei fatti. Il Piemonte, la regione simbolo della storia operaia, oggi governata da un avvocato leghista, racconta non solo delle trasformazioni subite dalla classe operaia, ma anche della forza egemonica della cultura leghista, al di là della stessa Lega Nord. Questo è il mio modesto necrologio di commemorazione alla speranza ma anche alla certezza che i tempi peggiori debbono ancora arrivare.

Vito Fichera
 

Caro Fichera, Berlusconi e la Lega fanno veramente senso. Ma ci sono stati nel passato, e in altri luoghi del mondo ci sono tuttora, condizioni ben peggiori di quelle in cui ci troviamo ad operare noi. Quindi, bando ai pessimismi cosmici e cerchiamo di fare la nostra parte, senza troppe certezze, ma con impegno costante. - La red dell'ADL

martedì 30 marzo 2010

Giacomo Matteotti e il duce

Lettera

Mussolini, storicamente accertato, non ha mai dato ordine di ammazzare Matteotti.
    L'on. Matteotti e' stato assassinato dai soliti facinorosi delinquenti che esistono in tutti i partiti e in abbondanza tra i comunisti e i partigiani. Studiate la storia.

    Mussolini era un uomo politico intelligentissimo. Sapeva benissimo che l'assassinio di un qualsiasi avversario politico avrebbe avuto conseguenze negative sia per il governo che per il partito.  E di questo tipo di conseguenze non aveva bisogno.

    Se volete essere credibili  smettete di vivere nella menzogna.

Enzo Centofanti (Filadelfia, USA)
Riproduciamo qui sotto uno stralcio dell'ultimo discorso di Matteotti.  Dopo l'intervento, il parlamentare disse ai compagni che si congratulavano con lui: "Ora voi preparatemi il discorso funebre". La barbara uccisione che effettivamente seguì, venne rivendicata dal Duce il 3 gennaio del 1925 con le seguenti parole: "Dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto". Come si vede, l'assassinio rappresentava un fattore essenziale nella strategia del terrore fascista. -  La red dell'ADL

Una milizia armata
Dal Resoconto stenografico della seduta della Camera dei Deputati, 30 maggio 1924

Giacomo Matteotti. ... Nessuno si è trovato libero, perché ciascun cittadino sapeva a priori che, se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c'era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso. (Rumori e interruzioni a destra)

Una voce a destra: "E i due milioni di voti che hanno preso le minoranze?"

Roberto Farinacci. Potevate fare la rivoluzione!

Maurizio Maraviglia. Sarebbero stati due milioni di eroi!
 
Giacomo Matteotti. A rinforzare tale proposito del Governo, esiste una milizia armata... (Applausi vivissimi e prolungati a destra e grida di "Viva la milizia")

Voci a destra: "Vi scotta la milizia!"

Giacomo Matteotti. ... esiste una milizia armata... (Interruzioni a destra, rumori prolungati)
Voci: "Basta! Basta!"

Presidente. Onorevole Matteotti, si attenga all'argomento.

Giacomo Matteotti. Onorevole Presidente, forse ella non m'intende; ma io parlo di elezioni. Esiste una milizia armata... (Interruzioni a destra) la quale ha questo fondamentale e dichiarato scopo: di sostenere un determinato Capo del Governo bene indicato e nominato nel Capo del fascismo e non, a differenza dell'Esercito, il Capo dello Stato. (Interruzioni e rumori a destra).

Il testo integrale dell'ultimo discorso di Matteotti è disponibile su Wikipedia: http://it.wikisource.org/wiki/Italia_-_30_maggio_1924,_Discorso_alla_Camera_dei_Deputati_di_denuncia_di_brogli_elettorali