SinistraComeInEuropa

Da L'Avvenire dei lavoratori - Periodico socialista dal 1899.

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Versione corrente delle 14:35, 6 nov 2009

Sinistra come in Europa


QUADERNO 2006.3



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Presentiamo qui alle nostre lettrici e ai nostri lettori gli Atti del convegno “Sinistra come in Europa” tenutosi il 20 giugno scorso all’Auditorium S. Carlo di Milano, un luogo-simbolo – lo ricorda Alessandro Pollio Salimbeni – nella Guerra di Liberazione condotta dalla capitale lombarda.

Dal Saluto iniziale di Luciano Belli Paci alla Relazione di Massimo L. Salvadori fino alle Conclusioni di Fabio Mussi, passando per gli interventi di Fulvio Papi, di Valdo Spini o di Aurelio Mancuso, il presente quaderno contiene una serie notevole di riflessioni a più voci, tutte dotate di grande rilievo. È per noi un piacere e un onore ospitare ciascuna di esse.

Questi Atti appaiono nell’ambito del programma di pubblicazioni per i cent’anni della Società Cooperativa Italiana Zurigo, a sua volta uno tra i principali centri dell’antifascismo europeo. Non stupisca dunque lo spirito resistenziale che aleggia nelle pagine a seguire. Se ne respirava del resto anche all’assemblea milanese, cui i promotori – e tra essi il nostro condirettore Felice Besostri – giungevano dopo avere lanciato un Appello per l’autonomia della sinistra socialista riformista in Italia.

Oggetto di letteratura clandestina? Così poteva sembrare, nel giugno scorso. Ma nel breve volgere di un’estate la questione ha espugnato le prime pagine di grandi quotidiani, animando un ampio dibattito. La questione socialista – nella quale è del socialismo che ne va e non di singoli esponenti politici – torna dunque a occupare il centro della scena.

Perché? Molte le ragioni possibili. Ma due ci paiono preminenti: l’esigenza, più viva che mai, di lottare per una maggiore giustizia sociale, e il bisogno di salvaguardare con serena fermezza la laicità delle istituzioni pubbliche. Rispetto a ciò l’Europa si configura come l’orizzonte “ineludibile” della nostra vita politica nell’epoca attuale.

In anni lontani, ma non dimenticati, fu questa editrice a diffondere il Manifesto di Rossi, Spinelli, Colorni e Ursula Hirschmann. Era pervenuto alla “Cooperativa” di Zurigo dall’isola di Ventotene, trafugato nel doppiofondo d’una valigia. Seguì poi da Tolosa il documento di Silvio Trentin, Libérer et Fédérer.

«Più tardi conoscemmo appelli e testi analoghi, che provenivano dai gruppi francesi di “Combat”, di “Franc-Tireur” e di “Liberté”, dal “Movimento del lavoro libero” in Norvegia, dal “Movimento Vrij Nederland” in Olanda e anche da sparsi gruppi di tedeschi antinazisti, alcuni dei quali pagarono con la vita la loro avversione alla tirannia», scriveva Silone*) rievocando l’epoca in cui egli – a partire dal 1941 e contro l’evidenza massiccia di armate hitleriane ormai stanziali, da Parigi a Stalingrado – diede alle stampe quegli appelli, quei manifesti, quelle ipotesi visionarie di chi allora osò pensare che occorresse liberare e federare l’Europa superando i confini delle nazioni.

Oggi abbiamo di nuovo bisogno di quel coraggio ideale per determinare di che consista il progetto europeo in rapporto alle sue finalità possibili: contribuire alla costruzione di un mondo più giusto ed equamente libero per tutti.

Coloro i quali andavano celebrando prematuramente riti funebri per il socialismo democratico europeo hanno materia su cui riflettere.


ANDREA ERMANO



SOMMARIO

9 Presentazione

11 Premessa dei curatori

15 Il testo dell’Appello Per l’autonomia della sinistra socialista riformista in Italia

20 Un’assemblea per l’autonomia della sinistra socialista riformista in Italia

23 Saluto iniziale di Luciano Belli Paci

26 Aurelio Mancuso

29 Alessandro Pollio Salimbeni

31 Felice Besostri

35 Fulvio Papi

41 Susanna Camusso

45 Giulia Gresti

47 Andrea Ermano

53 Mario Agostinelli

56 Relazione di Massimo L. Salvadori

63 Gianfranco Pagliarulo

68 Valdo Spini

72 Alessandra Faiella

74 Roberto Biscardini

78 Conclusioni di Fabio Mussi

91 Sugli autori




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